Se dal loro concepimento alla loro conclusione i progetti di cooperazione non variassero neanche di un millimetro la propria traiettoria sarebbero da considerarsi poco rispondenti se non completamente avulsi da realtà che al contrario sono in continuo movimento.
L’avvento della pandemia da Covid-19 ha comportato per molti progetti di cooperazione internazionale non poche modifiche per poter rispondere alle nuove esigenze insorte e non soltanto in ambito sanitario. Anche Kenda Onlus ed i partner del progetto Generazione mai Nata hanno dovuto ricalibrare le attività progettuali inizialmente previste. Lo stato di emergenza è stato dichiarato in Costa d’Avorio il 16 marzo con pochissimi casi di contagio ufficialmente registrati nel paese. A metà maggio, quando l’Europa era pronta per la riapertura, anche la Costa d’Avorio allentava le misure sebbene con numeri ancora preoccupanti e senza quei meccanismi di supporto che sarebbero stati fondamentali per consentire alle famiglie di affrontare meglio questa fase. Il 12 maggio, ad esempio, riaprivano le scuole e, sebbene vigesse l’obbligo di indossare le mascherine, moltissime famiglie ne erano sprovviste.
Per questo i partner di progetto hanno accolto con entusiasmo la proposta di collaborazione pervenuta dall’associazione ivoriana Amicale des Filles de San Pedro (AFSP) per fornire una risposta all’emergenza sanitaria in atto.
L’AFSP è un’associazione composta da giovani donne impegnate nel promuovere progetti volti a migliorare aspetti della vita sociale, economica e sanitaria in Costa d’Avorio. La loro dedizione, lo spirito di iniziativa e l’entusiasmo di questo gruppo di attiviste ci ha subito coinvolto e dopo pochissimo tempo abbiamo realizzato il primo di quattro incontri di sensibilizzazione sui corretti comportamenti da adottare per prevenire il contagio ed evitare la propagazione del virus.
Secchi lava-mani (i cosiddetti “Veronica buckets”) e sapone disposti nei principali punti di passaggio delle strade, banner informativi e kit di protezione individuale contenenti gel igienizzante, salviette, sapone e mascherine cucite artigianalmente da un gruppo di sarte locali hanno caratterizzato le attività di sensibilizzazione, tenutesi nel pieno rispetto delle norme anti-covid.
Le attività descritte hanno riguardato quattro località del distretto del Grand Abidjan, uno dei più colpiti dal Covid: Yopougon, Marchoux, Bregbo e Koumissi. Nei primi tre casi sono state coinvolte principalmente le donne delle comunità locali, mentre nel quarto gli studenti di un complesso scolastico che conta circa 1800 alunni, per un totale di circa 350 persone coinvolte in maniera diretta.
Molte delle donne incontrate hanno evidenziato la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni locali su queste forme di prevenzione.
“Ci siamo riunite per capire meglio cosa sta succedendo e per comprendere l’importanza di contrastare correttamente questo virus. Ora dobbiamo fare il possibile perché queste norme siano rispettate nelle nostre comunità”, dice Fatou, rappresentante di un’organizzazione femminile locale.
Al termine di queste prime attività, sono giunte delle nuove richieste da parte di altre scuole con l’obiettivo di informare e coinvolgere quanti più studenti possibile. Anche questa volta i partner non si sono lasciati cogliere impreparati e si sono nuovamente messi in moto, insieme ad altre associazioni locali, per affrontare questa sfida comune.