È un autunno caldo quello che si sta vivendo in Palestina. Da un lato le attese legate al possibile riconoscimento dello stato palestinese alle Nazioni Unite, dall’altro gli effetti che l’espansione delle colonie continua ad avere sui territori occupati.
Ad essere a rischio sono anche le comunità beduine ad est di Gerusalemme, dove operiamo insieme all’ONG Vento di Terra. A partire dal mese di luglio, queste comunità si sono viste recapitare dall’amministrazione civile israeliana ordini di demolizione per scuole, case private e ricoveri per il bestiame.
Tra le strutture che rischiano l’attacco dei bulldozer israeliani c’è la Scuola di gomme di Khan al Ahmar, realizzata nel 2009 da Vento di Terra, utilizzando 2200 pneumatici usati. La scuola rappresenta una realtà simbolo in Palestina, che concretizza la storica richiesta delle comunità locali di accedere ai servizi scolastici primari, garantendo il diritto all’istruzione per i minori beduini in area C (area che costituisce più del 60% di tutta la Cisgiordania e che è sotto il totale controllo delle autorità israeliane).
Oggi, circa 2000 beduini vivono fra le colline semi-desertiche ad est di Gerusalemme, in baracche fatte di lamiere e materiale di riciclo, con notevoli difficoltà di accesso al sistema sanitario, educativo e all’acqua. Ciò nonostante, continuano a subire la confisca della terra, la demolizione di case e di edifici pubblici e il divieto di edificare nuove strutture, perché quel territorio rappresenta per Israele un’area strategica per l’espansione delle colonie e per il completamento del muro di separazione. La convivenza con i coloni israeliani si è fatta sempre più difficile: diverse comunità hanno subito attacchi incendiari, danneggiamenti e intimidazioni.
Kenda Onlus da anni lavora a fianco di queste comunità promuovendo progetti di cooperazione internazionale. Ultimo tra questi è l’attivazione di una clinica mobile che attualmente garantisce l’accesso ai servizi sanitari primari e all’educazione sanitaria per i campi beduini interessati dagli ordini di demolizione.
Il livello di attenzione sulle difficili condizioni di vita dei beduini palestinesi è cresciuto negli ultimi mesi. Prima l’Organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati Palestinesi (UNRWA) ha promosso una campagna internazionale di sensibilizzazione dal titolo “Non demolire il mio futuro”. Ora Amnesty International Italia ha lanciato un’azione urgente per fermare la demolizione della scuola di gomme e richiedere la sospensione di tutti i piani di espulsione forzata dei beduini che vivono nella zona C della Cisgiordania.
L’obiettivo è informare l’opinione pubblica su quanto sta avvenendo in Palestina e, nel contempo, far crescere la pressione su Israele, affinché rispetti gli obblighi internazionali e garantisca i diritti fondamentali dei palestinesi.
Noi di Kenda onlus e Vento di Terra ONG ci stiamo attivando per promuovere iniziative di sensibilizzazione sul territorio e invitiamo tutti a sottoscrivere l’appello on line promosso da Amnesty International.
Chi demolisce una scuola, demolisce il futuro!
Per maggiori informazioni vi invitiamo a consultare i seguenti articoli:
- Amira Hass sul quotidiano israeliano Haaretz (14/09/2011 – EN)
- L’articolo della BBC sul quanto sta accadendo nelle comunità beduine ad est di Gerusalemme (11/11/2011 – EN)
- L’articolo e i video della ONG israeliana B’Tselem (10/10/2011 – EN)
- Il rapporto della Nazioni Unite che descrive il trasferimento forzato (21/10/2011 – ITA)
- La recente pubblicazione dell’ONG israeliana ICHAD sul trasferimento forzato delle comunità beduine (Ottobre 2011 – EN)
Si ringrazia il fotografo Giuliano Camarda per l’immagine di questo articolo.